Troppa informazione, nessuna informazione.
Troppo di tutto, parole e pensieri che fluiscono senza tregua ogni giorno. Ci ritroviamo a parlare di tutto, di qualsiasi cosa, di nulla. E non ci facciamo mancare niente, neppure la filosofia spicciola, corredata di parole difficili, che forse mai nella nostra vita abbiamo usato prima.
Non ci fermiamo davanti a niente, come se tutto fosse sdoganato, come se volessimo affermare la nostra piena emancipazione dal mondo buio della superstizione, del popolino bove.
Eppure ognuno di noi sa perfettamente che alcuni segreti sono inconfessabili, alcune idee sono impronunciabili, anche nel caso la nostra vita fosse costellata di scandali, di apparenti dichiarazioni libertine, libertarie, liberatorie.
Non credo ad una parola di tutto questo. Non credo all’uomo per come si mostra, razionale, tecnologico, avanzato, evoluto. Non credo a niente di tutto questo, perché io che ci vivo qui, so perfettamente che tutto questo è solo il risultato di semplici leggi fisiche, di una capacità effettiva di produrre manufatti di alto livello, ma niente di più.
Probabilmente non ci rifugiamo più apertamente dietro l’iconografia religiosa, ma non siamo molto diversi da quello che siamo sempre stati. Forse siamo peggiorati, perché ci spalleggiamo dandoci di gomito riguardo l’importanza del non cadere nel timore dell’irrazionale. Senza renderci conto che è proprio questo darci corda l’un l’altro, la più evidente e tangibile prova della paura proprio della perdita di ragione.
L’irrazionale e la superstizione vivono in noi, è parte tangibile dell’essere umano, a cui abbiamo dato nei millenni diverse interpretazioni e diverse “cure”, senza mai in realtà arrivare ad una soddisfacente soluzione. E forse ci siamo stancati, cercando semplicemente di far finta di nulla. Anche se credo che questo atteggiamento sia quello più idiota possibile.
Aver paura di se stessi, e fare in modo che questa paura in qualche modo non esista è davvero stupido, ma non tanto perché la “civiltà” umana dovrebbe cercare di elevarsi ad un nuovo stadio di consapevolezza, un altro livello della coscienza, più alto, etico. No, è stupido semplicemente perché totalmente illogico ai fini della sopravvivenza della specie.
Abbiamo completamente smesso di guardare alla natura, l’unica compagna di vita che possa davvero insegnarci qualcosa, l’unica manifestazione di Dio, chiunque egli sia, che non viene corrotta dal passare del tempo. La natura ci insegna qualcosa che non può essere semplicemente bollato come “animalità”, semmai questo termine possa esistere. Ci insegna che la paura è il motore principale della sopravvivenza, l’istinto irrinunciabile a cui far riferimento se vogliamo mantenere la nostra presenza in questo universo.
Far finta che alcune paure non esistano è totalmente illogico… la logica, la madre della razionalità. Siamo così stupidi: rifiutiamo l’irrazionalità perché ne abbiamo paura, ma non lo ammettiamo, la vestiamo di qualunque cosa pur di professarci civilizzati, e non capiamo che questo è il modo migliore di perdere molta dell’umanità che ci ha permesso di arrivare fino a qui.
Dobbiamo avere paura di noi stessi, del mostro che è in noi, in ognuno di noi. Perché il coraggio, da che uomo è uomo, nasce solo e soltanto dalla paura, ed il coraggio nell’affrontare noi stessi, forse il peggior nemico che abbiamo, può sgorgare solo dalla paura del nostro lato irrazionale.
Sempre di più penso che la devastante orda di persone all’apparenza normali che improvvisamente uccidono se stessi e gli altri, dando fondo ad un serbatoio di odio e violenza inauditi, siano soprattutto individui che si sono lasciati condizionare dal rifiuto della propria anima nera, quella inconfessabile, che prima o poi tornare sempre a chiudere i conti.
Se non siamo preparati al coraggio che ci vuole, non ce la faremo. Forse è giunta davvero l’ora di smetterla con questo parlare che invade ogni attimo della nostra vita, come se fosse una confortevole risposta alla nostra paura di rimanere soli, ed imparare a contemplare la solitudine e l’attesa.
In compagnia di quel timore sordo che proviene da noi stessi.