Il vento urla mentre mi passa accanto.
Ride della mia condizione, della miseria e dei ricordi.
Impalpabile mi rammenta con un sorriso sardonico di altri venti.
Altre maree.
Non ho animo per rispondere, per evocare immagini sbiadite,
di un tempo lontano, in cui mi riconoscevo,
mentre la vita sfuggiva senza proferire parola.
Vento di Marzo che non ho saputo afferrare,
che mi ha visto recedere, forse soffermandosi,
in una strada vuota, in un sole morente.
Il tempo di Marzo è terminato.
La comunicazione si è persa svanendo.
Non so più chi sono.
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