Mi ritrovo a pensare spesso a momenti passati, spinto da ciò che mi circonda, da quello che accade intorno a me.
Forzare paragoni, scovare collegamenti, significati.
Forse a volte mi illudo di pensare che ogni singolo pezzo della mia vita sia incatenato ad un infinito circolo, in cui tutto prima o poi torna da dove è venuto.
Mi rivolgo spesso ad un'effimera figura con cui conversare, per non dover necessariamente parlare da solo, un soggetto altro che possa ascoltare, che mi permetta di svolgere il filo dei pensieri e dei ricordi.
Qualcosa che si comporti da sostituto per la persona che non c'è più in questo ruolo, l'unica persona che io conosca e sappia chi io sia.
Ogni singolo pezzo della mia vita è impresso nella mia memoria in maniera indelebile, e spero che ci sia qualcuno per cui abbiano un valore, di qualche genere.
Non c'è alcuna necessità di aver paura, se non quella di perdere coloro che si amano, quando il peso del mondo sulle spalle sembra non lasciare alcuna possibilità. Quando l'unico desiderio possibile è quello di poter guardare qualcuno mentre posa la sua mano sul nostro viso, asciugando il dolore.
Una mattina fredda, il sole e la luce bianca, insostenibile, il vento tagliente, unica presenza nel silenzio. Il soffio gelido di parole che fuggono mentre cammino tornando a casa, senza sapere esattamente dove. Il tempo è cambiato, è cambiato per sempre.
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