11 gennaio 2006

Io e la politica

Spesso mi interrogo su quale sia il mio rapporto con la politica. Il perchè è molto semplice: fra gli innumerevoli telegiornali che vedo, radiogiornali che sento e trasmissioni tipo Porta a Porta, Ballarò o 8 e Mezzo, credo di avere un'informazione di base sui fatti della politica di tutto rispetto. Eppure non mi piace affatto, la detesto con tutto me stesso.

Voglio sgomberare lo spazio da equivoci. Esiste la "Politica" e la "politica", ebbene io della prima non ne vedo traccia. Almeno in Italia, non so sinceramente al di fuori di qui, della seconda sinceramente ne ho la nausea, ma nonostante tutto continuo a guardare le trasmissioni di cui sopra.

Sono diversi anni che non mi presento alla cabina elettorale, che siano state elezioni politiche, amministrative o referendum. In molti mi hanno seriamente contestato questa scelta, cosa che mi ha fatto riflettere molto in questi anni, ma che alla fine non mi ha fatto cambiare idea. Non nascondo che sia comunque per me un capitolo controverso, perchè la democrazia ed il suffragio universale sono stati conquistati con grandissimo sacrificio anche della vita di migliaia di giovani e meno giovani in passato. Ma quello che mi domando ogni volta che ci penso è quale modo io abbia per protestare.

Ad ognuno il suo io credo. Io non sono affatto un dimostrante di piazza, un portabandiera, mi trovo male fra la folla, a meno che non sia quella della tifoseria della Fiorentina o quella di un concerto dei Cure... Eppure nutro il desiderio di protestare, a modo mio, magari con poco baccano, ma sempre una protesta. Ho riflettuto che per me non è importante che questa protesta sia in qualche modo visibile, è qualcosa che viene da me, ed è importante per me, che poi sia visibile o meno poco importa. Quindi ho deciso da tempo di non andare a votare.

Ricordo la volta che affrontai il discorso con mio zio, tuoni e fulmini, come se avessi appena squartato qualcuno. Ripeto, è una soluzione controversa, perchè l'accusa che mi viene rivolta è di non partecipare, di fregarmene, di soffrire di cinismo acuto. Non lo so sinceramente, non credo, ma quando domando che peso possa avere una scheda nulla in fondo non sanno rispondermi, perchè una cosa è certa: non voto. Comunque sia indirizzata la protesta non c'è verso che io possa minimamente scegliere qualcuno.

Che cosa si sceglie quando i rappresentanti del mondo politico italiano hanno la statura morale, politica ed istituzionale di uno gnomo (con tutto il rispetto per gli gnomi)? Una nazione è fatta di uomini, non di simboli su una scheda elettorale. Una comunità è fatta di uomini, guidata ed amministrata da uomini per gli uomini, non da slogan.

Potrei provare ad andare nella cabina elettorale, scarabocchiare sulla scheda e riconsegnarla, ma non mi sembrerebbe nulla di diverso dal non andare per niente. In cuor mio in fondo spero solo che almeno una volta nella storia di questa Repubblica, un'elezione politica finisca come quei referendum che non raggiungono il quorum... purtroppo non esiste quorum per le elezioni politiche, ma mi piacerebbe tanto verificare come reagirebbero gli eletti quando si renderebbero conto che meno della metà di coloro che dovrebbero governare ha pensato che non fosse il caso di esprimere un voto valido.

A volte mi chiedo se il mio insieme di valori, principi e stile di vita potrà mai incontrare un movimento politico fatto di uomini che lo rispecchi, oggi dovrei pigliare un po' di qui, un po' di là, un pizzico da una parte e un altro dall'altra, rimanendo comunque fuori tante, troppe cose e comunque fidandomi davvero poco degli uomini che professano questo o quello.

Ecco forse è solo questo che mi manca veramente: la fiducia in quegli uomini.

Perchè una cosa è certa, cristallina, se mai tornerò a votare con un voto valido, voterò degli uomini, le loro idee, i loro atti, mai un simbolo o vane parole.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo sia impossibile dirimere una questione come l'assenteismo elettorale e le sue innumerevoli sfaccettature in poche righe; pertanto questo mio intervento rischia di essere più presuntuoso che altro.
La cosa, comunque, che mi colpisce è l'addurre motivazioni di protesta per giustificare il non-voto a fronte di un metodo elettivo in cui ogni singolo calcolo di carattere elettorale viene fatto sui votanti e sulle percentuali da essi espresse. Questo comporta che chi invalida il voto (o non si presenta del tutto) dà un'espressione di voto fattiva e più precisamente, sottraendo dal computo il suo voto, dà maggiore 'peso' a tutti gli altri voti validi.
In soldoni, vota indirettamente per chi poi conquisterà la maggioranza.
Comprendo perfettamente, quindi, i motivi della protesta contro questa "politica" perché sono gli stessi che mi muovono a schifo ogni volta che mi informo; ma non trovo sia un buon sistema quello di assentarsi dalle consultazioni elettorali per il semplice fatto che di reale assenza non si tratta.
Questo, ovviamente, dal mio personalissimo punto di vista.

marloc