Sono stato sempre un europeista convinto. Se possibile oggi lo sono molto di più: l'azienda dove lavoro da qualche mese è compartecipata da un colosso francese del settore, un'ottima azienda guidata da persone valide, di respiro internazionale. Questo nuovo arrivo ha portato in questi pochi mesi una ventata di nuova linfa, nuovi metodi di lavoro, soprattutto attenzione alla qualità, e a quanto sembra una certa attenzione all'etica. Non esiste qui in azienda un timore verso lo "straniero", anche perchè non sono venuti da conquistatori se è questa la paura diffusa, sono venuti da collaboratori: nessuno dei vecchi se n'è andato, semplicemente sono arrivati un paio di dirigenti francesi a rimpinguare l'organico. Una bella esperienza fin'ora, non c'è che dire.
Ci sono altri francesi invece che stanno contraddicendo in pieno tutto quello che faticosamente fino ad oggi l'Europa, come soggetto politico-economico, ha tentato di costruire. Il governo francese per mantenere il controllo casalingo su una grande e storica public utility, sta stravolgendo tutte le direttive europee sulla concorrenza, pur di evitare che Enel ne prenda il controllo. E la stessa cosa sembra stia cercando di fare il governo spagnolo per cercare di evitare più o meno la stessa cosa da parte di un'altra grande public utilty tedesca.
L'Europa non esiste. E purtroppo credo non esisterà mai. Il primo grande fallimento è stato quello della Costituzione, in cui è stato completamente disatteso l'obiettivo di una vera assemblea costituente dei popoli. Ma il vero errore, che forse a ben pensarci errore non è, è stato quello di creare prima di ogni altra cosa l'Europa delle banche e dei banchieri, l'Europa dell'elite finanziaria. Un'Europa lontana da tutti noi che ne siamo gli abitanti, un'Europa dei moderni oligarchi.
Ogni giorno che passa mi sento sempre di più un cittadino senza cittadinanza.